sabato 7 settembre 2013

LA DENUNCIA NON-SENSE

Stavamo pensando di iscriverci al 'campionato nazionale della querela', in qualità di querelati. E non siamo i soli ad averci pensato.
Sì cari amici! Ci siamo finalmente guadagnati i nostri primi haters, che già stanno sul piede di guerra e sembra vogliano denunciarci. Naturalmente noi ce ne infischiamo!
Ma è sempre divertente leggere le avventure deliranti degli amici democratici.
In questi giorni non è solo la piccola Imperia a farsi orgogliosa sostenitrice del nuovo trend, denunciare denunciare denunciare! Anche ai livelli più alti -livelli TAV- la strategia per liberarsi dalle corde è la denuncia non-sense.

La denuncia non-sense è il nuovo sport.
Vanta molti appassionati, personaggi dispotici che amano bearsi del potere conferito loro dai rispettivi seguaci. Un fenomeno tutto imperiese che ha saputo espandersi fin oltre le Alpi!
Erri De Luca, scrittore napoletano classe 1950 con un passato in Lotta continua, aveva rilasciato un'intervista in cui esprimeva sostegno al movimento no-tav, solidarietà ai militanti e un chiarissimo invito al sabotaggio dei cantieri della Val Susa: «Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l'unica alternativa – e ancora – In Val di Susa gli atti contro gli impianti della Tav fanno parte di una lotta civile profondamente giusta e come tali vanno compresi e giustificati». I dirigenti della Lyon-Turin ferroviaire se la sono fatta sotto e hanno minacciato di denunciarlo. De Luca ha replicato ribadendo la sua posizione. Vaffanculo bastardi.
Poi sembra scoppiare un nuovo Fahrenheit 451 quando un senatore del Pdl suggerisce di boicottare invece i suoi libri, ma il direttore della Feltrinelli (la casa editrice dei bestseller di De Luca) dichiara: «Penso che non sia mai un buon segno quando qualcuno propone di boicottare i libri, che sono uno strumento indispensabile per la circolazione delle idee, anche di quelle che non si condividono».

Giù in città si è cominciato a parlare del Gorilla come di un covo di terroristi, ed era forse da qui che nasceva il desiderio di denunciarci. Non si capisce però sulla base di cosa.
I comunicati finora resi pubblici erano in toni molto pacati; ci piace scriverli puliti e pettinati, proprio per non dare addito a chi amerebbe trascinarci nelle provocazioni. 
Poi sembra scoppiata fra i cittadini una febbre incontrollabile, una pulsione ad associare i giovani anarchici con le zuffe e gli insulti su facebook.
Ebbene, vi aspettate da noi una smentita? Una dichiarazione di estraneità? Non ci costerebbe nulla farlo, ma non lo faremo.

È poco importante che i membri di questo collettivo assumano o no comportamenti "scorretti"; ricordatevi sempre che siamo votati alla libertà invece che all'oppressione, alla comprensione delle diversità piuttosto che al loro annientamento.
Avere una credibilità da difendere significa non essere credibili.
Significa non essere se stessi, imporsi dettami e regole in modo da apparire agli altri per ciò che gli altri vorrebbero vedere. Il nostro movimento non è basato su questa logica.
Rispetteremo sempre le scelte che facciamo singolarmente, non c'è nessuno da sgridare o da espellere, non è contemplato nessun dispositivo di controllo e farete bene ad abituarvici, perché questo movimento non ha nulla a che fare con le cose viste finora.
Non perché siamo speciali, ma perché è così che deve andare.








Barbaunsacco



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